Della Salernitana che ha in mente Paulo Sousa s’è visto ben poco nel match con la Lazio. D’altronde, in pochi giorni attuare “rivoluzioni” è impensabile. La scelta iniziale di puntare sul 3-4-2-1 è coerente con quanto annunciato, ma schierando due mastini come Coulibaly e Crnigoj in mezzo al campo ovviamente il trainer lusitano non punta di certo sulla qualità né sul “palleggio”, aspetti che potranno essere privilegiati probabilmente dalle prossime uscite. Tanto è vero che la Salernitana solo sporadicamente si affaccia dalle parti di Provedel, bravo a respingere gli unici due tiri nello specchio della sua porta tentati da Piatek e Candreva. Sebbene orfano di Milinkovic-Savic, il centrocampo della Lazio è uno dei reparti meglio assortiti della Serie A e la scelta “contenitiva” del tecnico portoghese paga. Almeno per un tempo. Fin quando cioè le energie consentono a tutti i calciatori impiegati di rispettare le consegne e di interpretare il compito in maniera grintosa. In avvio di ripresa, basta una semplice sovrapposizione dell’esterno basso a far saltare il banco. Pirola si fa attirare dal pallone e viene preso in mezzo, l’inserimento di Marusic premiato da Vecino scompagina i piani della difesa granata. Daniliuc e Bronn non scivolano in tempo all’indietro e per Ciro Immobile è un gioco da ragazzi siglare il gol del vantaggio. Ancora più gravi le ingenuità commesse dalla Salernitana in occasione del raddoppio ospite: su un innocuo rilancio, sbagliato, di Provedel, né Daniliuc né Pirola spezzano il tentativo di pressing di Immobile, il mancino scuola Inter non protegge il pallone né spazza e la tardiva uscita di Sepe fa il resto. Il portiere napoletano tocca Immobile e la frittata è fatta. Il Var conferma la decisione iniziale e dal dischetto lo stesso centravanti della nazionale sigla la rete dello 0-2, battendo Sepe che intuisce ma non riesce ad intercettare la sfera. La squadra di Sousa tira i remi in barca e i giocatori chiamati in causa dalla panchina non riescono a mettersi in mostra. Anzi. La difesa granata ne combina un’altra: Daniliuc non ferma il taglio di Cancellieri, Bronn gli frana addosso, l’arbitro assegna il secondo rigore e il tunisino esagera con le proteste rimediando un rosso diretto evitabilissimo. Stavolta Sepe para la conclusione di Luis Alberto che non infierisce, spedendo a lato anche la seguente ribattuta. Contro il Monza, in uno scontro diretto per la salvezza, servirà una Salernitana più vicina all’idea di calcio di Paulo Sousa e, soprattutto, servirà maggiore attenzione per evitare che si ripetano gli errori visti ancora una volta all’Arechi.
Salernitana, crollo nella ripresa e gravi errori individuali
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