Senza errori dal dischetto la truppa di Castori avrebbe avuto 6 punti in più

Salernitana, gli undici metri maledetti per i granata

Dopo Djuric e Tutino anche Di Tacchio sbaglia il penalty: «Mi dispiace ma siamo in crescita. Vogliamo la Serie A»
Michele Masturzo

La maledizione dei calci di rigore costa caro alla Salernitana che, a causa degli errori dal dischetto, lascia per strada la bellezza di 6 punti. Senza il penalty fallito da Djuric in casa della Reggina, senza la palla stampata sulla traversa da Tutino contro il Vicenza, senza il legno superiore scheggiato da capitan Di Tacchio contro la Spal, la Salernitana avrebbe potuto trasformare tre pareggi in altrettante vittorie. E con 6 punti in più, oggi, sarebbe in vetta a braccetto con l'Empoli. Inutile continuare a pensare a ciò che poteva essere e non è stato, così come continuare a recriminare sulle decisioni arbitrali avverse, la fiducia in casa Salernitana cresce e capitan Di Tacchio, che in sala stampa ci mette la faccia, prendendo il posto di Castori che aveva un diavolo per capello, dopo aver chiesto scusa per l'errore dagli undici metri, non nasconde nemmeno gli obiettivi ambiziosi della squadra.

«In quel momento me la sentivo. Non dico che ero sicuro di far gol, ma quasi – ha detto il mediano granata -. È andata male purtroppo, ma capita. Ho sbagliato la misura, il portiere era spiazzato. Il secondo rigore ci poteva stare, ma Irrati non se l'è sentita di darlo. C'era angolo per noi dopo, non ho capito perché non l'abbia concesso».

«Vogliamo andare in Serie A, perché potrebbe cambiarci la vita – prosegue capitan Di Tacchio -. Cercheremo di raggiungerla, siamo a due punti dal secondo posto e non vedo perché non provare a puntare alla promozione diretta. Non ci tiriamo indietro. Abbiamo fatto una gran prestazione, siamo in crescita. Ora pensiamo subito alla battaglia che ci aspetta a Cremona; sarà un'altra partita sporca. Siamo un gruppo formato da uomini veri. Non ci sono riserve, ma tutti titolari: nelle squadre forti c'è concorrenza. Giocatori come Marius (Adamonis, nda) si sono fatti trovare pronti e dimostrano che nessuno indispensabile. Chiunque abbia giocato ha dato il suo contributo».

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