Salernitana, i risultati unica medicina per risollevarsi

Alessandro Ferro

Non è tempo di fare processi e puntare l’indice su questo o quello. La Salernitana ha perso un’altra partita, la situazione di classifica resta preoccupante ma adesso, più che mai, bisogna unire tutte le forze. La salvezza, in questa fase, non si conquista facendo ancora la corsa al colpevole. Meglio evitare opinabili critiche sulla tattica o avventurose valutazioni sul livello dell’organico. Ora, a quindici partite dalla fine, con obiettivo quindici punti da conquistare, può essere solo dannoso fare la caccia alle streghe. Dopo il cambio di allenatore, adesso bisogna fare fronte comune, al di là delle frasi fatte, ed aiutare concretamente questa Salernitana a raggiungere la salvezza. In che modo? Ad esempio evitando di fischiare i propri calciatori nel riscaldamento pre-partita. È assolutamente comprensibile il malumore dopo l’ennesima sconfitta ma, pur perdendo con la Lazio, la Salernitana ha mantenuto le distanze dalle inseguitrici grazie ai passi falsi di Spezia e Verona. Non bisogna basarsi sulle disgrazie altrui ma si può ripartire dalla prestazione del primo tempo di ieri, dando soprattutto a Paulo Sousa la possibilità di sviluppare il suo lavoro. Superando i discorsi tattici, ieri sono emersi due aspetti negativi: il rendimento basso del fronte offensivo orfano di Dia e lo scarso apporto dei subentranti. Due aspetti che denotano la necessità di fare lavorare il gruppo in modo diverso. Il problema vero è che di tempo l’allenatore portoghese non ne ha molto perché domenica c’è una partita importante con il Monza e domenica dopo si va in casa della Sampdoria. In tre giorni Paulo Sousa non poteva trasformare la squadra con una bacchetta magica ma, come dicevamo, ora non è il tempo delle chiacchiere e delle accuse. Adesso contano solo i risultati, l’unica medicina per la Salernitana.

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