In 101 anni di storia non c'è mai stato un disinteresse così forte. Neanche durante la sciagurata parentesi Cala o nelle stagioni più buie dei tanti problemi economici e societari. A testimonianza che il pagamento degli stipendi è un normale e doveroso atto gestionale e non può essere scambiato per un motivo di vanto. La Salernitana di Lotito e Mezzaroma è riuscita nell'arduo compito di allontanare sempre più tifosi, nonostante una fede secolare, confermata in modo evidente, a più riprese, anche in occasione del centenario.
Le immagini dei festeggiamenti per i 100 anni di vita, con bambini, donne, anziani ed intere famiglie in strada, stridono a distanza di poco tempo con quello che vediamo oggi. Le contestazioni di ultras e tifosi attraversano varie generazioni e non sono legate al risultato del momento ma ad una gestione che non rispetta chi ama veramente la Salernitana. Il mancato raggiungimento dei playoff con Ventura è solo l'ultima dimostrazione concreta che con questa società non si può fare molta strada. Sono i fatti a dirlo, i risultati di cinque anni di serie B tra playoff falliti e salvezze acciuffate per i capelli.
Altro che “olimpo del calcio” dichiarato al suo arrivo a Salerno da Lotito. Che nel 2015, dopo la promozione in serie B, aveva annunciato allo stadio Vestuti un altro salto in alto per la Salernitana e che quest'anno aveva fissato l'obiettivo della serie A. Tutte promesse non mantenute. Ecco perché oggi i tifosi non hanno più fiducia in questa società. La passione non è spenta, quella resta sempre ma è raffreddata, congelata. La voglia di seguire la propria squadra del cuore registra picchi negativi mai visti prima. La società ha ottenuto questo primato che non va certo inserito nella bacheca dei trofei, magari al fianco di una Coppa di serie C spacciata a Salerno come una Champion's League.
Lotito e Mezzaroma sono riusciti a dilapidare la buona dose di fiducia e di speranza che la piazza aveva nei loro confronti. Nel 2011, scottati dal fallimento di Lombardi, i tifosi si sono aggrappati ad una società che prometteva grandi cose, forte dei risultati ottenuti con la Lazio. Superata la scalata dalla serie D alla serie B, è iniziata la fase di stallo con stagioni senza ambizioni e il cavalluccio imbrigliato nella rete della multiproprietà. Che è oggettivamente un ostacolo sul cammino dei granata ma che potrebbe forse essere anche superato. Non dimentichiamo che le norme impedivano ad una stessa proprietà di avere più di una squadra professionistica ma, come abbiamo visto, si è agito in deroga. Ad un manager esperto come Lotito non mancherebbe la soluzione giusta.
Prima del lockdown, a mo' di ritornello stonato, il multipatron amava ripetere la domanda-accusatoria “dove sono i tifosi?”. Beh, insieme alla domanda, Lotito farebbe bene a darsi anche una risposta. I tifosi non vogliono altro che seguire la Salernitana, lo fanno da oltre un secolo. Se oggi sono disposti anche a mettere da parte la loro passione evidentemente è perché sono stanchi di stare dietro a continue illusioni. Ma nessuno, neanche una proprietà che viene da Roma e paga regolarmente gli stipendi, può togliere la Salernitana ai salernitani.