Cambio di modulo, nuovi innesti, mentalità ritrovata, piacevoli scoperte, nella vittoria di Lecce c’è un po’ di tutto. Di certo la base di partenza è rappresentata dal fatto che mister Nicola ha saputo mettere da parte una sorta di integralismo tattico e, come ribadito in conferenza stampa, è ora pronto a modificare lo spartito (sia quello di partenza sia a gara in corso) in base alle caratteristiche dell’avversario.
Qualcosa era stato già provato durante la sosta (il 3-4-2-1), qualcos’altro (il 4-3-3 che in fase difensiva diventa 4-5-1) era stato proposto contro il Napoli ma ha prodotto i suoi frutti solo a Lecce. E’ chiaro che una cosa è presentare una linea difensiva con Daniliuc (2001), Lovato (2000), Pirola (2002) e Bradaric (1999) e un’altra è piazzare al centro del pacchetto arretrato due interpreti d’esperienza come Troost-Ekong e Bronn che, tra l’altro, per caratteristiche si completano a vicenda. L’ex Watford ha dimostrato fisicità ma soprattutto importanti doti di leadership, guidando la difesa assieme ad Ochoa, ma le doti d’anticipo in marcatura di Bronn e la puntualità nelle chiusure (sia aeree che palla a terra) hanno fatto il resto.
Sambia e Bradaric hanno ricoperto il ruolo con grande disponibilità al sacrificio, la stessa manifestata da tutti i calciatori scesi in campo, vedi Dia che più di una volta è arrivato a dar manforte fin nella propria area di rigore. E’ chiaro che con un atteggiamento del genere poi tutti devono essere bravi e tempestivi nelle ripartenze, una volta che la Salernitana riconquista la palla, per evitare di creare scollamenti tra i reparti. Ma, da questo punto di vista, la squadra di Nicola si è mossa molto meglio rispetto a quanto non era accaduto contro il Napoli, merito anche di Piatek, che ha fatto a sportellate contro due avversari scomodi come Baschirotto e Umtiti.
Se gli ultimi arrivati, Nicolussi Caviglia e Crnigoj, hanno dimostrato di essersi ben calati nella nuova realtà, se Coulibaly e Vilhena sono parsi rigenerati e tornati ai livelli d’inizio campionato, l’unica nota stonata può essere considerato ancora una volta Bohinen: il norvegese a Lecce era partito bene ma al primo errore si è disunito e non è più riuscito a ritrovare il filo del discorso, tanto che Nicola lo ha lasciato negli spogliatoi. Per la corsa salvezza, la Salernitana ha bisogno anche del suo contributo che, nel finale dello scorso campionato, s’è rivelato determinante.
Salernitana, ora bisogna recuperare il vero Bohinen
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