Salernitana, quale “base” per la squadra di Bollini?

Redazione

Subito dopo la fine del campionato (arrivata per la Salernitana, bisogna ricordarlo, a metà maggio), dalle segrete stanze di via Allende filtrava ottimismo per il futuro. Abbiamo già una buona rosa da cui ripartire, facevano sapere, una quindicina di elementi che hanno dimostrato la loro affidabilità, un gruppo che andrà soltanto integrato con qualche rinforzo e qualche giovane di valore per cercare di migliorare il risultato appena conseguito. Questa, almeno, era la versione che circolava prima che la società chiudesse i conti e si ritrovasse un buco di un milione e mezzo di euro a bilancio (per il secondo anno consecutivo). Da quel momento, da quando cioè Lotito e Mezzaroma hanno deciso di chiudere i cordoni della borsa, la Salernitana ha cambiato politica: vendere per ripianare le perdite per creare plusvalenze da iscrivere a bilancio, abbassare i costi di gestione (ed in particolare il monte ingaggi), liberarsi dei contratti pluriennali. La nuova politica varata dai co-proprietari (ingaggi medi proposti ai nuovi acquisti di 80/90 mila euro, 160 mila euro inclusi bonus per eventuali top player; valorizzazione dei giovani presenti in organico e di quelli che arriveranno) ha prodotto un primo risultato, la cessione di Coda al Benevento e quella imminente di Busellato al Bari. Ma anche la rescissione (pure quella assai vicina) di Donnarumma, che un anno fa la Salernitana avrebbe potuto cedere, monetizzando, per una cifra vicina al milione di euro. Non solo. Si sono ritrovati in lista di sbarco anche Schiavi (non è una novità), ma soprattutto Della Rocca e Zito (i cui ingaggi non rientrano nei nuovi parametri). Non ci rientrerebbe nemmeno quello di Rosina, ma il mancino calabrese ha altri 3 anni di contratto e trovare una società disposta a compiere un simile investimento su un over 30 non è cosa semplice. Come se non bastasse, la nuova politica riguardante gli stipendi ha fatto arenare sul nascere la trattativa per il rinnovo di Bernardini (il quale continua a ricevere offerte, anche dalla Serie A) e di Tuia (che, in quanto elemento bandiera non occupa spazio in lista, particolare da non sottovalutare). Senza rinnovo loro (come Perico) potrebbero anche cambiare aria. Considerando che ci sono elementi in partenza per altri motivi (vedi Joao Silva), la sensazione è che la famosa base da cui ripartire non esista più e che, al di là dei primi giorni di ritiro (ai quali prenderanno parte i vari giocatori sotto contratto), molti della vecchia guardia saluteranno Salerno e che la società aprirà un nuovo corso. Il tutto, però, come al solito richiederà del tempo e costringerà Bollini a lavorare a Roccaporena con un organico ben diverso da quello che poi dovrà allenare nel resto dell’anno. E allora? La base forte da cui ripartire qual è? Rosina, Vitale, Sprocati, Odjer, Mantovani, forse Perico, Tuia e Bernardini. Insomma, ben poco per poter dormire sonni tranquilli.

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