Salernitana, quando il gioco si fa duro…

Ebbene si, a quattro giornate dal termine siamo nuovamente al “quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare”, una frase fatta che nel calcio suona a mo’ di grido di battaglia. In 360 minuti, la Salernitana di Bollini si gioca l’intera stagione. Frosinone, Carpi, Avellino e Perugia. Servono dai 9 ai 10 punti. Serve un’impresa contro squadre che lottano per obiettivi importanti Frosinone, Carpi e Perugia mentre la gara con l’Avellino è insidiosa perché un è derby molto sentito. Quattro partite, quattro battaglie sportive da non fallire. La gara di Bari ha fatto venire più di un dubbio ai tifosi sulla reale consistenza e competitività della squadra in questo rush finale e sulla voglia di prolungare la stagione agonistica. Non è tempo di vacanza, non può mollare adesso la squadra di Bollini. Raggiunta la salvezza con abbondante anticipo ora non ci si può fermare sul più bello. Ci crede la tifoseria, ci crede la società, ci crede il mister è necessario che ci credano anche i calciatori. Il secondo tempo con il Bari ha fatto suonare più di un campanello d’allarme al di là dell’ostruzionismo dei baresi che giocavano distesi sul prato dell’Arechi. Serve la grinta, ora, serve l’esperienza. Serve tirare fuori i fatidici “attributi”, ed allora bando alle ciance ed ai preziosismi: in campo, da subito, uomini di temperamento e capitani di lungo corso. Spazio anche a chi non tremano le gambe e soprattutto spazio a quei giocatori capaci di prendere per mano la squadra nei momenti di difficoltà. Zito è uno di questi. Lo scorso anno fu decisivo negli spareggi play out andrebbe utilizzato con maggiore frequenza in questa fase. Ci aspettiamo qualcosa di più da Rosina in questo momento topico della stagione. Il numero 10 granata ha finora dato un contributo modesto alla Salernitana può e deve fare di più per la maglia granata. Serve la migliore Salernitana per avere ragione degli avversari e svoltare in questa stagione