Come giocherà la Salernitana contro il Napoli? Difficile, ad oggi quasi impossibile dirlo. Di certo c’è che il team partenopeo col suo tridente fa paura, sia sugli esterni, con la velocità dei vari interpreti a disposizione di Spalletti, sia centralmente, dove Osimhen può far male sia attaccando la profondità che di testa. Senza dimenticare gli inserimenti dei centrocampisti, con e senza palla, né tantomeno le sovrapposizioni dei terzini. Altri pericoli, poi, potrebbero arrivare dai calci piazzati, sui quali il Napoli ha diversi schemi e porta in area tanti calciatori. La squadra granata non potrà non tener conto di questi aspetti, se vorrà risolvere il problema dell’emorragia di gol subiti in atto
Con Nicola la Salernitana ha stabilmente adottato la difesa a tre. Contro un tridente puro, diversi allenatori preferiscono la linea a quattro, ma in pochi giorni è difficile attuare rivoluzioni. Lo spartito tattico potrebbe quindi essere riproposto, chiedendo un grosso sacrificio nei raddoppi agli esterni e copertura da parte degli interni. Tutti, poi, dovrebbero essere rapidi nel riproporsi quando si recupera palla e l’azione da difensiva si trasforma in offensiva, per evitare di lasciare isolate le punte o… la punta. Una delle possibilità che potrebbero essere prese in considerazione, in effetti, è quella di schierare un solo punto di riferimento avanzato, presumibilmente Dia, con alle sue spalle una sottopunta, che possa giostrare tra mediana e trequarti in fase di non possesso, per creare densità e portare il primo pressing sul portatore di palla avversario. Chi potrebbe ricoprire questo ruolo? Uno tra Vilhena e Bonazzoli, presumibilmente.
Rispetto alle ultime gare sarebbe raccomandabile tenere una linea difensiva meno alta con interpreti di gamba, ma nemmeno si può commettere la leggerezza di “consegnarsi” al Napoli, che prima o poi il modo di espugnare il fortino lo troverebbe.
Salernitana, rebus formazione da risolvere
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