Salernitana: rosa a buon punto, urgono innesti

Michele Masturzo

La Salernitana ha una buona base di partenza ma necessita di rinforzi per fare il salto di qualità. Sia che la si guardi schierata in campo col 3-4-2-1 (modulo base nella parte finale della passata stagione con Sousa al timone), sia che la si immagini col passaggio al 4-2-3-1 (che potrebbe rappresentare il nuovo “vestito” che il tecnico portoghese farà indossare alla squadra granata), è evidente che ci sono dei settori coperti ed altri che invece vanno integrati. Anche con una certa urgenza.
Tra i pali il titolare sarà Ochoa. Con Sepe in lista di sbarco, Fiorillo e De Matteis come alternative non bastano. Serve un dodicesimo affidabile.
Il reparto difensivo è quello più “coperto”. Se non si registrassero partenze, eccezion fatta per Mantovani, con Daniliuc, Gyomber, Pirola, Bronn (ha offerte dall’estero), Lovato e Fazio (qualora dimostrasse di essersi messo alle spalle i problemi che lo hanno tormentato lo scorso anno), non ci sarebbe bisogno di ulteriori innesti. Sulle corsie laterali, dove nelle ultime gare Sousa ha adattato Kastanos, con Mazzocchi (che sta lavorando sodo in ritiro senza pensare alle sirene del mercato) e Sambia la fascia destra è coperta, mentre manca sempre il vice Bradaric (in ritiro Sousa sta testando il Primavera Sfait) sull’out opposto e presumibilmente la lacuna sarà colmata con un under.
In mezzo al campo l’unico elemento che ad oggi incontra appieno il gradimento di Sousa è Lassana Coulibaly. Il compassato Bohinen e Maggiore, considerato più adatto ad un centrocampo a tre, devono provare a dare segnali, come quelli che sta lanciando Mamadou Coulibaly. La sensazione è che, oltre al palleggiatore chiamato a rimpiazzare Vilhena, nella zona nevralgica del campo servirà più di un innesto.
Veniamo all’attacco. Sousa vorrebbe impiegare Dia, in recupero dall’intervento al ginocchio, tra le linee, dove Kastanos e Candreva possono fornire qualità (Boultam sarà ceduto nuovamente) per sottrarre il senegalese alle amorevoli cure dei centrali avversari e dargli la possibilità di scatenarsi in velocità, in campo aperto. Ad oggi, però, non ci sono giocatori che possano fungere da apri-varchi per i compagni, come faceva lo scorso anno Piatek, e quindi è facile immaginare che in quella direzione si concentreranno gli sforzi della società. Botheim può crescere anche come sottopunta, mentre Valencia pare destinato ad un’esperienza in prestito per farsi le ossa. Mancano gli esterni offensivi richiesti da Sousa.
Non rientrano nel progetto Orlando, Simy e Kristoffersen.

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