Due gare di fila all’asciutto, 4 gol segnati appena nelle prime 7 gare di campionato, solo 1 per il capocannoniere dello scorso anno Dia, un centro e quattro pali per Cabral, 2 gol (e un assist) per il jolly Candreva, indubbiamente il migliore per rendimento. Se dal punto di vista della fase di non possesso, c’è bisogno complessivamente di maggiore applicazione per garantire una tenuta quantomeno sufficiente, dal punto di vista della fase di finalizzazione serve indubbiamente uno sforzo maggiore.
Risolta la grana Dia, sperando che il senegalese raggiunga velocemente il top della condizione e che giochi con più serenità, mister Sousa e i suoi collaboratori devono trovare il modo di garantire all’ex Villareal rifornimenti più assidui. Sia nel finale della gara di Lecce che contro l’Inter, Dia ha ricevuto pochi palloni giocabili e tramutabili in tiri in porta.
Un po’ perché, come succede dall’inizio dell’anno, la Salernitana si presenta nella metà campo avversario con un numero esiguo di uomini, e quindi ha scarso peso specifico. Un po’ per “letture” sbagliate delle situazioni di gioco. E un po’ pure per un pizzico di “egoismo”: quando si va sotto, cosa che è successa puntualmente, è parso evidente soprattutto nelle ultime gare che i singoli provino a risolverla individualmente invece di continuare a mettere in pratica ciò su cui si lavora durante la settimana. E così, inutile dirlo, non si va lontano.
In attesa del miglior Dia, il più continuo per rendimento negli ultimi turni è risultato Cabral, ma tutti i componenti del reparto avanzato possono e devono fare di più e, inoltre, anche il lavoro senza palla da parte di esterni e centrocampisti può essere fatto in maniera più incisiva (vedi il gol annullato per questione di centimetri a Legowski, che aveva avuto il merito di attaccare lo spazio con decisione).
Salernitana, l’attacco è ancora da registrare
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