«Dobbiamo lottare fino alla fine per la Serie A«. Parole e musica di Luigi Sepe, intervenuto ai microfoni di Radio Tv Serie A Rds. Il capitano della Salernitana non si nasconde e inserisce la squadra granata tra le pretendenti al salto di categoria: «Sappiamo di dover fare di tutto per riportare questa società in Serie A. Sarà difficile, perché anche tante big, come Palermo e Cremonese, stanno attraversando momenti difficili. Dobbiamo dare il massimo. Stiamo vivendo un buon momento, veniamo da una vittoria importante. La Serie B non è mai facile, stiamo trovando solidità difensiva e ce la stiamo mettendo tutta per risalire la classifica. Il Napoli dopo anni di A ha puntato a vincere lo Scudetto, qui a Salerno dobbiamo rimettere le cose in carreggiata per riportare la Salernitana dove merita. Palermo-Salernitana era l’esempio di due piazze che non meritano la B. La Salernitana deve tornare in A per rimanerci tanti anni».
Rientrato dal prestito alla Lazio, Sepe è stato inserito sin dai primi giorni di ritiro nell’elenco degli “intoccabili” da mister Martusciello che, conoscendolo sin dai tempi di Empoli (oltre ad aver condiviso con lui l’esperienza capitolina), gli ha affidato anche la fascia da capitano: «E’ una cosa bellissima, ma che non deve distogliermi da altre cose importanti come comportarsi bene ed essere al servizio della squadra. Questa squadra ha tanti altri capitani perche il gruppo è fantastico. Sia i giovani che gli esperti ce la stanno mettendo tutta».
Il rapporto di Sepe con Salerno non è stato sempre idilliaco ma in questa stagione il portiere napoletano, che a breve potrebbe prolungare il contratto che lo lega alla Salernitana, spalmando l’ingaggio (fuori portata per un club di B che vuole puntare alla sostenibilità economica) su più anni, sta assicurando un apporto importante alla causa granata e sembra essersi calato perfettamente nelle vesti di leader della squadra. Il merito è in gran parte proprio di mister Martusciello: «Con Martusciello ho un rapporto bellissimo, da tantissimi anni perché lo conosco da quando ero all’Empoli. So cosa vuole da noi e so che persona è, vive di calcio e di valori, vuole un gruppo sano, ha fatto di tutto dal primo giorno. Con Sarri ha ovviamente tantissimo in comune, prova a lavorare allo stesso modo, ma mettendo anche qualcosa di suo. Sono diversi nell’approcciare umanamente, il mister scherza e sa prendere i calciatori nel modo giusto, mentre Sarri è più un sergente. La Salernitana è cambiata tanto nei giocatori, ci sono molti ragazzi. I tifosi sono gli stessi: venivano allo stadio in A e vengono oggi. La dirigenza è sempre presente e lo staff lavora benissimo per mettere i giocatori nele migliori condizioni».
Nella rosa granata ci sono due giovani che hanno sorpreso Sepe in queste prime gare di campionato: «Tongya è un ragazzo forte e che si impegna tanto, sa stare nel gruppo ed è fondamentale. Come lui anche Amatucci è fortissimo e ce ne sono tanti altri. Siamo un giusto mix tra esperti e giovani che speriamo ci porti in alto».