L'Udinese vuole la vittoria a tavolino contro la Salernitana ma poi chiede di rigiocare la gara con l'Atalanta, persa sul campo per 6-2. Il Covid, evidentemente, ha due pesi diversi per il club friulano che sollecita due misure diverse. Contro la decisione della Corte sportiva d'appello di far giocare la partita non disputata il 21 dicembre, l'Udinese presenta ricorso al Collegio di garanzia del Coni. Ricordiamo che il giudice sportivo aveva respinto il reclamo della Salernitana contro lo 0-3 a tavolino e il punto di penalizzazione.
Provvedimento ribaltato in secondo grado con la Corte sportiva d'appello che aveva accolto il ricorso presentato dalla Salernitana attraverso gli avvocati Rino Sica, Francesco Fimmanò e Eduardo Chiacchio. Nelle sue motivazioni, la Corte ha espresso un principio fondamentale, ovvero che "gli atti delle Asl costituiscono causa di forza maggiore e sono atti amministrativi di fonte superiore rispetto alle norme federali". Una pronuncia che fa giurisprudenza e che concede ottimismo ai legali della Salernitana in attesa del terzo grado di giudizio.
A dicembre l'Asl di Salerno aveva bloccato la trasferta dei granata a causa dei positivi al Covid registrati nel gruppo squadra. Con il ricorso presentato al Collegio di garanzia, non è possibile programmare la data di disputa di Udinese-Salernitana che, a meno di clamorosi ribaltamenti al Coni, si dovrà comunque giocare. Con questa mossa evidentemente il club friulano, che considera invece il Covid un buon motivo per rigiocare la gara persa con l'Atalanta, ha voluto prendere tempo e posticipare il più possibile la partita con la Salernitana. Strategia simile a quella del Venezia che sta pensando lo stesso di andare al Collegio di garanzia, nonostante le pronunce sfavorevoli di giudice sportivo e Corte sportiva d'appello che hanno stabilito la disputa del match con la Salernitana.