Su Cerci rivela: «Scommessa persa, ma è stato anche sfortunato»

Ventura a Pianeta Serie B torna a parlare della Salernitana

Per il tecnico ligure i granata sono la mina vagante del campionato cadetto
Michele Masturzo

A "B-Analizziamo", format realizzato dalla pagina Facebook "Pianeta Serie B", Gian Piero Ventura è tornato a parlare di Salernitana, delle ambizioni del club di Lotito e Mezzaroma, dei tifosi granata, del torneo cadetto e della volata promozione, ma anche della sua esperienza sulla panchina del team dell'ippocampo e di quella che considera una scommessa purtroppo persa, vale a dire Alessio Cerci.

«Andare a Salerno è stata una scelta affettiva – ha detto Ventura -. Lo scorso anno non siamo entrati nei playoff, nonostante prima del lockdown fossimo quinti o sesti. Molti calciatori hanno fatto bene e ora giocano in squadre importanti, altri sono stati cambiati».

Sulla stagione in corso questo il pensiero del tecnico ligure: «La Salernitana ha preso giocatori compatibili con le idee di Castori, molti li conosce già e quindi sanno cosa vuole il mister Sta facendo bene nei risultati, nell'applicazione dei dettami del tecnico e nella determinazione, un po' meno nel gioco. Resta una mina vagante. Non mi stupirei se la Salernitana rimanesse competitiva fino alla fine, è una squadra di categoria che gioca come la B impone di giocare. L'obiettivo dichiarato è la promozione, non so se riuscirà ad andare in A. Lo auguro alla piazza per la passione e il calore che c'è, i tifosi lo meriterebbero. Ci sono sicuramente altre sei o sette squadre però che ambiscono al massimo».

Sul suo pupillo Alessio Cerci, ecco cosa ha detto l'ex Ct della nazionale italiana: «Veniva da due anni di inattività, è stata una scommessa, poiché costava zero ha spiegato il mister Se avesse recuperato sarebbe potuto essere determinante, ciò non è successo. Quando è stato preso si è messo in conto questo rischio. È stato anche sfortunato, essendosi fermato quando stava recuperando. Dopo Torino ha fatto l'errore di andare all'Atletico, non era la squadra per lui, per gioco espresso non si sposava con le sue caratteristiche. Ha pagato questa scelta negli anni successivi».

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