Il Napoli vince il derby grazie ad un gol di Zielinski. Nel momento migliore della Salernitana, che ad inizio ripresa prova ad essere più propositiva di quanto non fosse riuscita ad essere nella prima frazione di gioco, Spalletti manda in campo Elmas e Petagna e proprio i due nuovi entrati mettono lo zampino nell'azione che propizia il gol partita dei partenopei: il centravanti fa il lavoro sporco, il fantasista inventa per Zielinski, Belec sbaglia la scelta del tempo in uscita e Petagna colpisce la traversa, l'azione prosegue con la difesa granata che non riesce a liberare, la sfera arriva nuovamente al centrocampista polacco che calcia di prima intenzione e il portiere sloveno viene bucato, vano il tentativo disperato di salvataggio sulla linea di Strandberg. L'episodio sorride alla capolista. E non è l'unico. Con le due squadre in dieci per le espulsioni di Kastanos e Simy, la Salernitana avrebbe due ghiotte chance per pareggiare i conti: la deliziosa punizione calciata da Ribery scavalca la barriera ma Di Lorenzo impedisce al campione francese di segnare il suo primo gol con la maglia del team dell'ippocampo, respingendo di testa, con Ospina battuto. La squadra di Colantuono non demorde e cerca il pari fino all'ultimo istante utile, sospinta dai quasi 18 mila cuori pulsanti dell'Arechi: sugli sviluppi di un altro calcio piazzato, sbaglia anche il portiere avversario, la porta è spalancata e un precipitoso Gagliolo sparacchia alto sulla traversa.
Senza Osimhen e Insigne, il Napoli nel primo tempo ha la supremazia territoriale, gestisce il possesso palla, ma non impegna mai Belec. La Salernitana, guardinga, ordinata, pronta a ripartire, nella ripresa cerca di fare qualcosa in più ma, a parte Simy, Colantuono non può attingere dalla panchina come fa il collega e la differenza si nota. Ad ogni modo, giocando col coraggio palesato al cospetto della capolista, dopo aver raccolto ancora complimenti ed essere rimasta a bocca asciutta, la Salernitana potrà provare a giocarsela con tutte. Sperando che Ribery non sia mai costretto a dare forfait, perché, anche in emergenza, anche in inferiorità numerica, anche contro squadre più attrezzate, guidata dal suo leader carismatico in campo e da un pubblico senza eguali sugli spalti, la squadra granata non ha più paura di nessuno.